Ekim 12, 2021

Eli e Silvì due sorelle ed un’estate calda 18

ile admin

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Brunette

Eli e Silvì due sorelle ed un’estate calda 18
Chiusi la porta alle mie spalle, avevo il cuore che mi batteva a mille, non sapevo cosa fare, ero nuda con le spalle appoggiata alla porta, ero eccitata ed avevo paura, prima Giammarco e Stefano poi Silvì con quel tipo ora Daniela, era troppo avevo bisogno di uscire. Ero eccitata, in un’altra situazione mi sarei soddisfatta da sola, ma non potevo, era più forte il desiderio di scappare.
Aprii l’armadio per prendere le prime cose che avessi trovato, buttai sul letto un jeans ed una camicetta, mentre sto prendendo l’intimo squilla il cell, era Silvì “sto andando a cinema con Matteo” cazzo dove vado, resto con il cell in mano, scorro le chat, Giammarco, è on line gli scrivo
“cosa fai?”
Pochi secondi e mi compare la scritta Giammarco sta scrivendo
“nulla e tu?”
Gli scrivo di impulso “mi va di uscire”
“dimmi dove e ti passo a prendere”
Gli mando il mio indirizzo,
“dammi un’ora e sono da te”
Erano circa le sette e mezza, avevo un’ora per decidere come vestirmi, non so cosa avessi, forse per paura di uscire da casa mi stavo buttando nel fuoco.
Seduta completamente nuda sul letto, ho la testa vuota e lo sguardo fisso verso la porta.
Vengo svegliata da questo stato dal suono della voce di Gia che mi chiede se può entrare, le chiedo di aspettare, mi metto una felpa e le dico di entrare
Gia:”ehi scusa, ti volevo ringraziare per aver portato Dani con te”
Io:”tranquilla mi ha fatto piacere stare in compagnia”
Gia:”che hai ti vedo strana, spero che non sia colpa di Dani”
Io:”ma no nulla, tra poco esco….. e forse la doccia, tranquilla nulla”
Ero in stato di confusione totale, farfugliavo parole sconnesse.
Gia:”ok, riprenditi”
Andò via dalla stanza, tirai un respiro profondo e scelsi cosa mettere, volevo essere carina ma non sexy, scelsi un vestitino bianco con dei fiori, sopra aderente senza maniche e con la gonnellina larga che finiva poco sopra al ginocchio e degli stivaletti con un pò di tacco e sopra un giubbottino di pelle marrone.
Ci misi volutamente molto a vestirmi e truccarmi, stirai i capelli e rimisi lo smalto.
Aspettai in camera che mi arrivasse il messaggio di Giammarco giocando con il cell che avevo messo sotto carica.
Mi ero ripresa un pochettino, avevo paura di uscire con Giammarco, ma allo stesso tempo avevo voglia di vederlo, in quei giorni ci eravamo sentiti tanto e se non fosse per quello che era successo quella sera avrei accettato un suo invito già giorni fa.
Nove meno venti, un po di ritardo, ma nulla di grave, mi arriva il messaggio, credo di essere sotto casa tua, sto vicino alla caffetteria.
Presi la borsa e il giubbino uscii di casa silenziosamente salutando con un “io esco” quando ero già con un piede fuori dalla porta.
Giammarco era li, ma con la moto
Io:”potevi dirmelo che venivi con la moto avrei messo un pantalone”
Giam:”ho preso la moto cosi ti saresti sentita più sicura”
Salire in moto con la gonna è un casino e poi il casco sui capelli appena stirati, ma non mi importava poi più di tanto,
Io:”dove mi porti?”
Giam:”avevo in programma una serata al giapponese con amici, ma se vuoi stiamo soli io e te, ti lascio decidere”
Io:” ma no dai, mi va bene la serata con amici, non voglio rovinarti i piani, ma ci sarà anche Stefano?”
Giam:”no lui non ci sarà, ma tranquilla gli ho parlato, è un bravo ragazzo e non dirà nulla”
Partì piano, ma la piccola accelerazione mi spavento e mi fu naturale abbracciarmi a lui, arrivammo in un bel locale al vomero, davanti al locale ci stavano già un paio di amici, una coppia ed una ragazza che non nascose più di tanto la faccia contrariata nel vedermi con Giammarco.
La serata fu molto piacevole, una decina tra ragazzi e ragazze tutti molto gentili e alla mano, la serata trascorse velocemente ed in allegria, verso l’una eravamo fuori dal locale.
Giam:”devi tornare subito?”
Io:”non vorrei fare troppo tardi”
Giam:”tranquilla solo una piccola deviazione per mostrarti una cosa”
Ripartimmo e mi porto vicino ad una chiesetta al Vomero da dove si vede il mare, ci sta una piazzetta molto carina con degli alberi, parcheggiò la moto e ci mettemmo vicino al muretto a vedere in mare con il traffico delle poche auto che passavano nella strada di sotto.
Giammarco non parlava, era li che fissava il mare immerso nei suoi pensieri, lo guardavo e più lo guardavo più pensavo a quando fosse bello, a la cosa che più mi piaceva di lui è come mi faceva sentire, per tutta la sera non avevo pensato a nulla, aveva spazzato le mie ansie e le mie paure con un vento di serenità ed allegria.
Forse perché si sentiva fissato, ma si girò ed senza nemmeno pensare mi lo baciai.
Un bacio a stampo, nulla di che, ma lo baciai, non avevo pensato a farlo, mi venne d’istinto, lui non se l’aspettava,
Io:”scusa “
Gia:”di cosa? Anche io avrei voluto baciarti, ma avevo promesso che non ci avrei neanche provato”
Io:”ora puoi”
Ci baciammo a lungo, lui non osò neanche spostare le mani dalle mie spalle, se voleva far cadere ogni mia piccola remora ci stava riuscendo.
Io:”è tardi mi riaccompagni?”
Salimmo sulla moto e ancor prima di partire lo abbracciai, ero felice, mi sento protetta.
Quando arrivammo sotto casa mi chiese se ci potevamo vedere anche domani
Io:”chissà tu chiedimelo”
Lo dissi sorridendo e sicuramente con gli occhi luccicanti.
Salii a casa senza neppure pensare a Daniela, saranno state le due e mezza, la casa era avvolta nel buio, mi cambiai e piombai nel sonno più profondo.
La mattina dopo mi svegliai presto, avevo lasciato le persiane aperte, il sole era comunque alto e la camera era completamente illuminata, nell’aria si sentiva odore di caffè.
Mi alzai e scalza andai in cucina, ci stava Daniela con la sua solita maglietta extra large
Dani:”il caffè è pronto”
Io:”grazie”
Dani:”scusa per ieri”
Io:”perché l’hai fatto?”
Dani:”sono entrata e ti ho vista mentre ti, si insomma mentre ti masturbavi”
Io:”e quindi mi sbatti al muro e mi baci?”
Dani:”ti ricordo che mi hai dato della zoccola”
Io:”ti ho trovato sul tavolo a farti scopare da uno che neanche conosci”
Dani:”lo so, ma che cazzi sono tuoi”
Io:”sei a casa mia non tua”
Dani:”vabbè scusa per tutto”
Io:”ed ora che vuoi?”
Dani:”nulla”
Io:”permettiti di dirlo in giro e sappi che parlo a tua sorella del tipo”
Dani:”e perché dovrei dirlo, mi fa piacere che ti ho fatto quell’effetto”
Detto questo si avvicinò con la tazzina del caffè,
Dani:”è senza zucchero”
Io:” ok grazie”
Mi giro ed apro il mobiletto dove teniamo lo zucchero, mi giro e la trovo completamente nuda,
Io:”ma che fai?”
Dani:”Buongiorno”
Io:”ma sei scema? Vestiti che può venire tua sorella”
Dani:”no, è scesa e non torna prima di un’ora”
Io:”e quindi che vuoi da me?”
Non lasciò che finissi la frase si butto addosso, se no avessi fatto un’acrobazia mi sarei versata tutto il caffè addosso, mi diede un bacio, non opposi la minima resistenza, mentre mi baciava
Dani:”e posala quella tazzina che il caffè che faccio io fa schifo”
Buttai la tazzina nel lavandino e l’abbracciai, le mie mani iniziarono a scivolare sulla sua schiena,
Sarà perché era sulle punta dei piedi sarà stato perché è veramente esile, ma la sua schiena ed il suo sedere erano un fascio di muscoli e sensualità.
Non si staccava dalle mie labbra, la sua lingua si era impossessata della mia bocca, le nostre lingue si accarezzavano, si strusciavano come se l’avessero sempre fatto.
Se Giovanna fosse entrata in qual momento avrebbe visto la sua piccola sorellina completamente nuda abbracciata alla sua coinquilina mentre si davano il più dolce e passionale bacio.
Dani fece un paio di passi indietro fino ad appoggiarsi al tavolo, andai verso di lei
Dani:”spogliati”
La guardai per un secondo senza dire una parola, levai la maglietta ed il pantaloncino
Dani:”tutto”
Levai gli slip, ero anch’io completamente nuda.
Dani:”mi vuoi?”
Come per la prima volta anche questa volta mi uscii un “si” quasi sussurrato
Dani:”non ho sentito”
Io:” si”
Dani:”cosa vuoi?”
Io:”ti voglio”
Mi fece segno di avvicinarmi con il dito, nella mia mente sembrava tutto al rallentatore, Dani con un piccolo saltello si sedette sul tavolo, mi avvicinai, aveva le gambe aperte, per la prima volta fui io a baciarla, i nostri seni si toccavano, le sue mani accarezzavano scendevano dalle spalle fino alla schiena, spostò lievemente la testa, mi fiondai sul suo collo, iniziai a leccarlo, a baciarlo, passai la lingua da dietro al collo fino al seno.
Passai la lingua dalla spalla fino a sotto al seno, il suo seno era duro, sodo, sembrava scolpito tano che era definito.
Mi impossessai del suo seno con una mano, mentre mi dedicavo a leccare e succhiare il capezzolo dell’altro seno, Dani mi teneva una mano sulla testa, mentre con l’altra si puntellava al tavolo, mi sembrò naturale scendere.
Scesi sul suo ventre piatto, levò la mano dalla mia testa e si piegò di più allungando le mani sul tavolo, sembrava sapere cosa da li a poco avrei fatto, o forse era un invito esplicito a farlo.
Le feci spostare il sedere più in dentro, afferrai le sue gambe per farle appoggiare i piedi sul tavolo, Dani inarcò la schiena mettendomi praticamente la sua figa completamente rasata davanti la bocca, non me lo feci ripetere, iniziai a leccarle l’interno coscia, il suo respiro si fece affannato, quando giunsi con la lingua al suo clitoride emise un gemito, iniziai a leccale le grandi labbra, il clitoride fino a spingere la mia lingua dentro la sua figa, non ci vollero più di un paio di minuti prima di sentirla urlare, iniziò a fare su e giù con il bacino, mise una mano sulla mia testa spingendola sulla sua figa, quasi mi schiaccio il naso, urlò tutto il suo piacere.
Lei stesa sul tavolo con le spalle appoggiate al piano, con una mano si teneva al bordo, il bacino alzato con le gambe piegate ed in punta di piedi e con l’altra mano non smise di premermi sulla sua figa.
Mi lascio solo quando ebbe finito di godere, ed io non smisi di leccarla finché non mi levo la mano dalla testa.
Si accasciò sul tavolo,
Dani:”whaoooo voi lesbiche ci sapete proprio fare”
Io:”non sono lesbica”
Dani:”ma se me l’hai appena leccata”
Io:”e che vuol dire”
Dani:”bisex allora”
Io:”se proprio devi definirmi”
Dani:”non l’ho mai fatto con una donna”
Io:”ora si”
Dani scese dal tavolo, mi girò attorno, guardandomi, quasi studiandomi
Dani:”sai che sei proprio figa?!”
Io:”grazie, anche tu lo sei”
Dani:”lo so, ma tu di più”
Mi prese per un braccio e mi fece piegare sul tavolo, mi fece appoggiare i seni sul tavolo, per comodità allungai le braccia avanti a me, lei era dietro di me, iniziò ad accarezzarmi la schiena
Dani:”hai un sedere perfetto”
Mi venne da ridere, riuscii solo a dire grazie
Dani:”peccato che giudichi gli altri e poi fai peggio di loro”
Io:”dai che ti ho chiesto scusa”
Fece scorrere le dita dal centro delle spalle fino al sedere, poi continuarono a scendere fino ad arrivare alla mia figa, ero un lago lo sentivo, passo le dita sulla schiena facendomi sentire le unghia, quel tocco mi fece partire una scossa lungo tutta la schiena.
Dani:”sei fradicia, sai che non ho mai toccato un’altra donna?”
Io:”e perché hai scelto me”
Dani:”perché tu sei bellissima”
Spinse senza troppi convenevoli le dita dentro di me, le spinse avanti e dietro un paio di volte, non so come facesse quella ragazzina a farmi quell’effetto, ma con pochi tocchi mi aveva portato al limite dell’orgasmo.
Avevo la faccia appoggiata sul tavolo, per aiutarla avevo le gambe lievemente aperte ed ero in punta dei piedi,
Dani:”vuoi che continui”
Stavo impazzendo, le risposi “si ti prego”
Lei continuava a fare avanti e dietro, l’altra mano era sul sedere un po lo accarezzava, un po mi spingeva come a volermi immobilizzare in quella posizione.
Mi portava all’imita dell’orgasmo poi levava le mano e spalmava i miei umori sul sedere
Dani:”il tuo sedere tutto bagnato è ancora più bello”
Io continuavo a chiederle di continuare
Io:”continua ti prego continua”
La mia voce era tra l’affannato e la supplica
Appena si accorgeva che il mio respiro si calmava ricominciava a torturarmi, fece cosi due tre quattro volte, il suo gioco era farmi arrivare al limite e poi fermarsi.
Avevo le sue dita dentro che mi stavano facendo impazzire
Dani:”dillo”
Io:”cosa? Che voglio che continui? Continua ti prego”
Avrò detto continua ti prego almeno mille volte
Dani:”no devi dire che sei una troia”
In quel momento avrebbe potuto tranquillamente chiedere di giurare che la terra fosse piatta e l’avrei fatto.
Io:”ti prego continua, sono una troia”
Dani rallentava il ritmo e poi ricominciava più veloce solo per allungare la mia tortura
Dani:”no devi supplicarmi, devi metterci lo stesso disprezzo che hai messo quando l’hai detto a me”
Io:”scusa non volevo dirlo con disprezzo”
Dani:” però l’hai fatto, quindi ora se vuoi godere ubbidisci”
Io:”hai ragione sono una troia, mi sono masturbata pensando a te sotto la doccia, sono una pervertita, ma ti prego fammi godere, ti prego, ti prego fammi godere, sono una troia”
Finalmente era riuscita a umiliarmi, più parlavo, più mi umiliavo e più sentivo salire l’orgasmo, non era solo l’intensità delle dita di Daniela a darmi piacere, ma erano anche le mie parole.
L’orgasmo esplose portandosi tutte le mie forze con se, urlai, un urlo strozzato dall’affanno, mi si piegarono le gambe, non caddi solo perché avevo il busto incollato al piano del tavolo.
Dani restò dietro di me ed aspetto che io mi riprendessi.
Mi ripresi dopo un tempo che mi sembrò interminabili, riacquistare la forza per mantenermi sulle gambe fu un’impresa.
Mi alzai e mi appoggia al tavolo, Dani era li che mi fissava,
Dani:”certo che ti bagni parecchio”
Guardai per terra, ci stava una pozza dei miei liquidi, solo in quel momento mi accorsi che avevo le gambe bagnate.
Per sorreggermi mi appoggiai al tavolo, Dani si avvicinò e mi diede un tenero bacio, lento, dolce, le nostre lingue si sfioravano con dolcezza.
Mi spinse sul tavolo, mi fece sdraiare.
Ero sul tavolo della cucina, nuda, con le gambe piegate ed i piedi sul tavolo, allungai le braccia come a stiracchiarmi, presi i capelli e li allungai sul tavolo.
Dani andò verso la porta di casa, la guardai allontanarsi, aveva un fisico stupendo, un sedere perfetto, la vidi mettere il fermo alla porta e ritornare da me con un sorriso sulla faccia.
Dani:”cosi mia sorella non scopre che la sua coinquilina va con le ragazzine”
Poi mi guardò tra le gambe,
Dani:”non l’ho mai fatto”
Io:”cosa?”
Dani:”leccare una figa”
Io:”vuoi?”
Dani:”si”
Aprii le gambe, Dani si sedette su di una sedia, io avevo la testa piegata per osservarla
Dani:”se mi guardi mi imbarazzo”
Io:”ok scusa”
Dani:”questo tavolo ne ha viste di cose questa settimana”
Mentre le accarezzavo la testa mi venne solo da ridere.
Iniziò con molta timidezza, sentivo la sua linguetta girare qua e la nella mia figa senza trovare un modo per farlo,
Io:” allarga le grandi labbra”
Lei come una scolaretta lo fece,
Io:”lecca il clitoride”
Iniziò a leccarlo, una scarica si impossessò di me, pochi secondi ed ero completamente partita, più andava avanti, più vedeva che mi dava piacere e più ci prendeva la mano, o la lingua come preferite.
Stavo per esplodere in un altro orgasmo, ero al limite e lei non smetteva di leccarmi, io gemevo, mi contorcevo, continuavo a dire “si continua siiii” che a rompere tutto ci pensò il campanello.
Dani:”cazzo è tornata”
s**ttammo in piedi che neanche i centometristi, raccolsi la mia roba e corsi in camera, Dani si mise la felpa, sentii aprire la porta di casa mentre stavo chiudendo la porta di camera mia.
Mi ritrovai ancora una volta nuda e con il fiatone in camera mia. Pochi minuti dopo bussarono e prima che riuscissi a dire “chi è?” vidi aprirsi la porta, era Daniela, si chiuse la porta alle spalle.
Io ero ancora nuda, si avvicinò e portando un dito sulla bocca
Dani:”shhhh è in bagno”
Mi baciò, poi discese tra le mie gambe, e sottovoce
Dani:” non fare casino”
Mi sdraiai sul letto, i piedi appoggiati per terra e la schiena sul materasso, infilò due dita dentro ed iniziò a leccarmi la figa.
Lei in ginocchio che mi leccava la figa ed io nuda sul letto, non ci mise molto a farmi avere un orgasmo, per non urlare afferrai il cuscino e ci affogai la faccia, non smise per tutto il mio orgasmo, anzi, nonostante mi contorcessi lei continuò, ebbi subito dopo un secondo istantaneo orgasmo forte come il primo.
Avevo il fiatone, ero distrutta e felice, lei si alzò e si asciugò la bocca con la manica della felpa.
Dani:”mi piace farlo”
Io:”menomale che avevi chiuso la porta”
Dani:”la prossima volta dovremo stare più attente”
Uscii dalla stanza e sentii Gianna dirle di non disturbarmi.
Se solo sapesse che la piccola sorellina che tanto crede dolce e pura in verità in una settimana prima si è fatta scopare da uno sconosciuto e poi si è scopata me.